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Le cattive: il realismo magico di Camila Sosa Villada

In questa autofiction, l’autrice racconta il mondo difficile delle prostitute trans, dando voce alle loro esperienze e alle loro sofferenze
Claudia Trotta - Libri - 6 Gennaio 2023
Claudia Trotta
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Camila Sosa Villada tocca nel profondo i lettori con la sua autofiction edita in Italia nel 2022 dalla casa editrice indipendente SUR. L’autrice narra la storia di una prostituta trans, Camila, del suo percorso nello scoprirsi donna e delle sue sofferte esperienze: il passato di Camila si delinea nella sua complessità sin dalle prime pagine e passa da un’infanzia tormentata dall’alcolismo del padre, per un’adolescenza in cui la sua sessualità non viene compresa né dal paese in cui vive, né dalla sua stessa famiglia, fino ai suoi 20 anni in cui tra momenti di gioia ed eventi che la mortificano, vive la sua vita cercando di affermare il diritto alla sua identità.

Il percorso di Camila alla ricerca della propria femminilità ritorna spesso durante la narrazione, è una ricerca fatta di piccoli passi, anzi “di piccoli delitti” come afferma la stessa autrice, piccoli furti dal guardaroba di sua madre, delle sue zie o cugine. Per quanto il filo conduttore di tutta la storia sia Camila, la protagonista è in realtà prima di tutto narratrice delle storie agrodolci delle sue compagne trans, della famiglia adottiva che l’ha fatta sentire accettata; sono molte le storie narrate, da quella di Angie, la più bella delle trans che muore di AIDS a quella della Zia Encarna, la più vecchia del gruppo che si erge a protettrice di quelle sue figlie rifiutate dalla società.

La storia scivola di pagina in pagina alternando storie di piccola-grande violenza che la società dimentica o non ha mai saputo e uno stile narrativo che sfiora il magico, l’incredibile, che alterna alla crudezza degli eventi, dei brevi momenti di dolcezza e di utopia: Maria La Muta si trasforma lentamente in uccello, Natalì è una trans licantropa che prima della luna piena viene consolata dalle sue compagne e i rituali magici esistono e possono far risorgere una martire piegata dalla violenza di un cliente.

Il lettore vuole credere con tutto sé stesso alle visioni che la Villada gli propone con il suo stile leggero, dolce ed energico allo stesso tempo, vuole credere al canto dolce delle trans, all’aiuto reciproco che si danno, alla magia di certi eventi felici che splendono di luce propria in una Còrdoba oscura, losca e notturna.

La prostituzione è un altro tema importante affrontato dall’autrice, un tema sviscerato fino in fondo, dalla bellezza consumata dall’insensibilità dei clienti, alla mercificazione del corpo che viene incoraggiata dal desiderio di potersi permettere come tutti gli altri i piccoli lussi di un mondo-vetrina.

Le cattive riesce con la sua profondità a toccare anche l’animo più chiuso ed evidenzia la sensualità delle trans che loro stesse affermano e non che viene imposto loro dal cliente, la bellezza prorompente del loro calore: “ Ogni notte le trans riemergono da quell’inferno di cui nessuno scrive, per restituire la primavera al mondo”.

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